“Food Design Stories”

di Caterina Misuraca

 

“Food Design Stories”

Viaggio a tavola col Made in Italy contemporaneo

                                                               

Percorrere l’Italia raccontando il meglio del design contemporaneo attraverso  i lavori di personalità emergenti, architetti e artigiani che con i propri oggetti disegnano un’inedita tavola delle meraviglie, narrando “storie” personali che si mescolano a quelle dei territori di appartenenza, rileggendo la tradizione con spunti di ricerca e sperimentazioni ardite. Il progetto culturale Food Design Stories ha l’obiettivo di dare visibilità a giovani talenti del design contemporaneo accomunati dalla reinterpretazione dell’universo cucina. A due anni dalla nascita del concept, FDS – che ha come quartier generale la città meneghina, cuore pulsante del design italiano e mondiale – è all’opera con la prossima Milano Design Week (dal 20 al 26 aprile 2020 – in via Forcella 7 presso la ESH Gallery) che sarà nuovamente occasione privilegiata per un selezionato gruppo di talenti inediti di mostrarsi ad un pubblico internazionale come quello del Salone del Mobile. Le selezioni saranno aperte fino a fine marzo 2020.

Ad oggi sono state 5 le mostre itineranti di Food Design Stories, sempre in suggestive location tra Milano e Bologna. Ogni volta in scena una nuova Tavola delle meraviglie, traendo spunto nell’allestimento dal celebre Alice nel Paese delle Meraviglie di Carroll, privilegiando atmosfere tra l’onirico ed il visionario. Non una semplice “tavola” ma una meravigliosa Tavola dove ogni oggetto racconta una storia altrettanto straordinaria. Ogni storia è la storia di menti illuminate, mani creative, pensieri eloquenti che nonostante questi anni di crisi, hanno avuto il coraggio di investire in Italia producendo buona economia, dando lustro ai territori di appartenenza.

Tra i designer protagonisti di Food Design Stories, citiamo in primis Sandra Faggiano che è anche direttore artistico di FDS. Salentina di nascita, è architetto e firma da anni una linea di complementi d’arredo pluripremiata e selezionata da location istituzionali come Il Design Museum della Triennale, la London Craft Week, Dubai Design Week, la Mexico Design Week e molti altri riconoscimenti. Crea soltanto pezzi unici, mai uno identico all’altro portando sulla tavola materiali impensabili come il cemento. La tradizione del Salento della lavorazione del vimini, l’uso della cartapesta, della canapa miscelati con ecocemento diventano strade inedite per dare forma ad una linea di oggetti poetici prima che funzionali. Sandra Faggiano firma anche una collezione che la porta ad ulteriori contaminazioni mediterranee, assieme al designer portoghese Paulo Rocha, Aimo Design. A quattro mani i racconti si mescolano moltiplicando gli echi di memorie rivolte al futuro e nascono linee uniche dove legno e cemento sono stupefacenti protagonisti.

E dal Salento andiamo a Milano nel magnifico mondo della ceramica. Qui i nomi si moltiplicano con alcune linee di oggetti dal profilo caldo e poetico e rigorosamente contemporaneo. Francesca Paglia con il suo progetto Carta Da Zucchero plasma “cose” straordinarie. Pezzi unici, piccole grandi favole metropolitane. Sul filo della bellezza le linee di Maria Antonietta Mancuso che dà nuova luce alla tecnica raku. Sempre nel milanese Luciana Grazia Menegazzi distilla con la ceramica versi idilliaci. Al centro di ogni tappa di Food Design Stories c’è incessantemente il Made in Italy prezioso di designer contemporanei che per lo più fanno autoproduzione, percorrendo sincretismi di linguaggi, di materie e di visionarie intuizioni per tracciare il profilo di un nuovo modo di intendere la tavola. In ogni tappa non mancano le degustazioni attraverso partner food che fanno scoprire prodotti Doc e Dop provenienti da tutta Italia (ricordiamo Tenuta Le Rose di Lamezia Terme e Terra Siciliae – racconto moderno della tradizione agroalimentare della Sicilia), anche in questo caso in una florida corrispondenza d’amorosi sensi tra bellezza sublime degli oggetti in mostra ed altrettanto eccelsa qualità e meraviglia dei cibi portavoce anch’essi di luoghi, di storie, di tradizioni del nostro Belpaese.

Torniamo ai designer, ancora a Milano, con Paola Speranza anima e mente del brand Espi Design che con i suoi oggetti da tavola ha inventato nuove strade per la mitica ed amatissima roccia metamorfica: il marmo.  Ci spostiamo di nuovo al Sud, a Brindisi con Massimo Maci: la vetrofusione è il suo territorio di ricerca privilegiato tanto da uscire fuori dagli schemi tradizionali del vetro artistico. Attraverso la fusione del vetro nascono dimensioni e forme insolite, spesso ottenute dalle imprevedibili reazioni della materia prima al fuoco. Dall’impasto di ossidi di metalli genera semplici e raffinate policromie che, modellate in forme morbide e sinuose, stemperano le geometrie e giocano con le opacità e le trasparenze. La rigogliosa Puglia ci fa incontrare Gianfranco Conte che in ogni oggetto, in ogni forma, nell’uso dei colori e dei materiali distilla tracce di un sud carico di folklore. Andiamo in Calabria con Silvia Donato, architetto che vive e lavora a Milano ma della sua terra (Castrovillari) porta orgogliosa con sé la traccia di mani, lavorazioni, mondo agreste e bucolico, antichi telai e storie millenarie. Realizza oggetti in cartapesta, tovagliati che ricordano i corredi della nonna ma riletti con occhio contemporaneo e sofisticato. Chiudiamo il nostro viaggio (solo simbolicamente, poiché Food Design Stories in solo due anni ha già messo in mostra più di 40 nomi eccellenti del design contemporaneo, continuando ad essere luogo privilegiato ed in continuo fermento) approdando a Genova dal duo Superfluo. Il connubio tra arte e design sono la linfa del loro concept. L’incessante curiosità anima la continua scoperta e riscoperta della natura in evoluzione, di tecniche artigiane tradizionali e di materiali innovativi ed ecocompatibili. «Nel nostro laboratorio, e nelle nostre menti, entrano semi, verdura, alberi, frutta, animali e rocce, ed escono trasformati in pezzi unici. Alla base delle nostre creazioni c’è il sistema Imitazione-Natura».

 

 

 

 

 

 

 

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