Vent’anni di Wikipedia, passato e presente di un prodotto vincente

di Antonino Salvatore Cutrì*

 

 

Jimmy Wales

Quando Jimmy Wales fondò Wikipedia assieme a Larry Sanger il suo intento era quello di fornire, cito testuali parole, “un accesso gratuito a tutta la conoscenza umana”: una mission e una visione uniche nell’internet dei primi anni del ventunesimo secolo. Era infatti il 15 gennaio del 2001 quando fu pubblicata la prima versione, portando alla ribalta il concetto vincente di “wiki” – che consentiva a chiunque di poterne editare il contenuto – mettendo così sul piatto quell’idea rivoluzionaria che sicuramente ha contribuito alla diffusione e alla crescita senza precedenti del sito.

Avevo 30 anni allora e l’internet di quei tempi era profondamente diverso da quello che conosciamo oggi, la parola “social”sostanzialmente non esisteva… era un’epoca più pionieristica che vedeva la nascita e la morte di servizi che cercavano di innovare, di distinguersi (alcuni anticipavano anche troppo i tempi per essere compresi in quel periodo, vedi PointCast e la sua “bizzarra” idea di proporre informazioni on demand!).

Larry Sanger

Ma Wikipedia ovviamente era diversa da qualunque altro progetto, perché aveva solo uno scopo: contribuire a diffondere la conoscenza per il bene comune, un obiettivo ambizioso totalmente epurato da ogni interesse economico. Fattore che ha contribuito a renderla sicuramente uno dei pochi posti rimasti sulla rete che conserva quel bagliore, quasi utopico, del primo World Wide Web. Un’enciclopedia libera che cerca di racchiudere quanto più possibile dell’intero sapere umano con contributi scritti quasi interamente da volontari non pagati, chiunque può parteciparvi infatti, non è un qualcosa di limitato ad una “ristretta cerchia di persone”, forse è la forma più vicina al concetto di democrazia sulla rete portata ad un livello ancora più nobile. Chissà se non sia stata anche questa scelta a farlo diventare l’ottavo sito più visitato al mondo, l’unico senza scopo di lucro tra i primi 10 addirittura.

Ma non era stato il primo tentativo di Jimmy Wales: un anno prima, nel 2000 aveva creato Nupedia (dove Larry Sanger figurava come caporedattore), la prima incarnazione di un’enciclopedia online gratuita mossa però dall’idea che i contenuti dovevano essere scritti da esperti e sottoposti ad un processo di revisione suddiviso in più passaggi prima della pubblicazione, processo che ne avrebbe dovuto garantire la qualità e la correttezza. Il risultato fu che tutta questa “complessità” in realtà rallentava enormemente la pubblicazione degli articoli, tanto che dopo un anno erano presenti poco meno di 30 voci in totale (una scritta addirittura dallo stesso Wales). Fu allora che Sanger propose di realizzare una risorsa parallela dove si poteva contribuire senza una revisione editoriale: era nata così Wikipedia, e anche se entrambi erano convinti che non ne sarebbe uscito nulla di buono, dovettero ricredersi perché alla fine del primo anno Wikipedia aveva già collezionato più di 20.000 articoli in 18 lingue.

Ma perché Wikipedia è unica? Diverse sono le ragioni: è unica perché per scelta del suo fondatore gli alti costi di gestione sono coperti esclusivamente da donazioni volontarie; è unica perché nonostante l’alto volume di traffico consentirebbe introiti milionari anche pubblicando un semplice annuncio testuale – parliamo di più di 100 miliardi di pagine visualizzate lo scorso anno – non contiene alcuna forma di pubblicità; è unica perché non viola, o invade in alcun modo la privacy degli utenti ed è unica perché, a differenza di altre piattaforme e realtà social, non fornisce terreno fertile per diffondere odio razziale.

Unica ma non perfetta però. I problemi ci sono sempre stati sin dall’inizio, molti sono riconducibili spesso alla scarsa qualità di molti degli articoli pubblicati, o alla loroscarsa accuratezza, tanto che ancora adesso si porta appresso le stesse critiche degli esordi: alzi la mano chi non prova vergogna nell’ammettere di aver riportato un fatto letto da Wikipedia!

Ed è decisamente un peccato quindi che la “reputazione generale” non si sia modificata nell’arco del tempo più di tanto, anche se ci sono state più volte prove che hanno confermato la bontà e l’accuratezza delle informazioni. Nel 2005 uno studio della rivista Nature comparava le voci scientifiche di Wikipedia con quelle presenti nell’Enciclopedia Britannica, e, in termini di accuratezza, gli errori erano straordinariamente vicini: quasi 4 errori per articolo contro 3. Il che rendeva le due risorse sostanzialmente comparabili come qualità, almeno nel contesto scientifico preso in esame. Ma sono le successive revisioni ad un testo a contribuire a migliorare la qualità degli articoli: più un’informazione viene revisionata, più diventa neutra rispetto alle preferenze e alle inclinazioni dell’autore originario. Questo processo contribuisce nel tempo a ridurre enormemente le imprecisioni aumentandone nel contempo l’affidabilità.

C’è un altro fattore che rende il modello di Wikipedia così funzionale: negli anni ci sono stati diversi concorrenti che hanno adottato filosofie più rigorose e diversificate, però tutti caduti nello stesso problema, ovvero avendo pochi contributor la copertura degli argomenti non poteva rivaleggiare con quelle della creatura di Wales e le lacune erano difficili da colmare.

E’ proprio la possibilità aperta a tutti di contribuire che ha decretato il successo della piattaforma perché è come se fosse assemblata granello dopo granello. Visto da solo quel piccolo granello di informazione non sembra poter riuscire a creare qualcosa di immenso, ma messo assieme a tutti gli altri rende possibile l’impossibile.

Ovviamente verrebbe da chiedersi cosa spinge migliaia di persone a dedicare milioni di ore di lavoro senza essere pagati. Nel 2011 un sondaggio fatto su 5000 collaboratori del portale su quale fosse il motivo principale che li spingeva a contribuire, rivelava che la risposta più comune era: E’ divertente!”. E la cosa fu confermata dallo stesso Gimmy Wales al sito Hacker Noon sette anni più tardi, quando sostanzialmente disse che era un’idea sbagliata che le persone lavoravano gratis, perché in realtà quello che facevano era invece divertirsi gratis.

In conclusione con più di 55milioni di articoli in diverse lingue, prendendo in prestito le parole di Ryan Merkley di Wikimedia (l’organizzazione senza scopo di lucro che sempre fondata da Wales dal 2003 porta avanti il progetto), Wikipedia non è altro che la dimostrazione di “quello che possono fare gli esseri umani insieme”, è una risorsa preziosa, dalle enormi potenzialità, per certi versi l’ultima isola felice e forse l’incarnazione più simile ad una “piazza pubblica”, un posto dove ognuno di noi può dire la sua e contribuire per raggiungere lo scopo ultimo: contenere tutto lo scibile umano e renderlo accessibile a chiunque.

 

*Libero professionista nel settore informatico con più di venticinque anni di esperienza nello sviluppo di software in ambienti desktop, web e mobile sia in ambito P.A. che per conto di aziende private. Cofondatore e unico gestore del portale gratuito GeoLive con quasi 50.000 utenti, socio fondatore della Java Italia Association e, di recente, dell’associazione NoiOpen. Appassionato di arte e scienza in generale (con predilezione verso l’astronomia), ha ricoperto la carica di vicepresidente dell’associazione Astra che consentiva di gestire in remoto dei telescopi per l’osservazione del cielo occupandosi anche della parte tecnologica e degli eventi formativi come relatore. www.taligent.it

 

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