Un Parco dell’Energia Rinnovabile per “far ragionare il progresso”

AMBIENTE

di Maurizio Ferrario ed Emilio Tripodi

 

Un Parco dell’Energia Rinnovabile per “far ragionare il progresso”

 

Prima parco ecosostenibile dove realizzare e mostrare al pubblico le “pratiche di vita a impatto positivo”; poi anche laboratorio interattivo, fucina di idee, sede di corsi e di formazione, struttura ricettiva a impatto positivo e autosufficiente dal punto di vista energetico e idrico. Il PeR, Parco dell’Energia Rinnovabile, centro all’avanguardia sulle colline umbre in provincia di Terni e oggi uno dei punti di riferimento in Italia per la sperimentazione, la ricerca e lo sviluppo delle pratiche sostenibili e delle energie rinnovabili, lancia, grazie all’esperienza e alle competenze sulle quali può contare, una nuova visione dello sviluppo sostenibile, la Fair TechRevolution. Cos’è? «È un cambio di paradigma che ci traghetta verso una tecnologia giusta per il Pianeta» dice Alessandro Ronca, direttore scientifico del PeR, che ha idee chiare, motivazione fortissima, grandi competenze e uno staff con cui costituisce una squadra che ha ingranato la quarta. «In questo momento storico di emergenza climatica e ambientale che richiede capacità di azione anche radicale e un cambiamento profondo di prospettiva, noi al PeR  abbiamo trovato un’ulteriore conferma alle intuizioni che ci muovono da anni: la fiducia cieca ed esclusiva nel progresso tecnologico futuro e futuribile che ci salverà è un’idea da abbandonare, mentre vanno recuperate la competenza e la conoscenza concrete, a misura di uomo e di pianeta, vanno rivalorizzate anche conoscenze lowtech, che possano aiutarci a costruire una dimensione di vita a impatto positivo».

«E non è affatto, beninteso, un passo indietro, anzi! Abbiamo bisogno di “sfidare” il progresso e… farlo ragionare. Sennò l’estinzione è garantita» spiega mentre realizza l’ennesimo prototipo di collettore solare e di energy box per l’autosufficienza nel suo Centro di ricerca e sviluppo attrezzato all’interno del PeR.

Proprio per sancire e diffondere questo approccio fair alla tecnologia e allo sviluppo, Ronca ha messo a punto la motocicletta elettrica a batteria solare, pressoché completamente autosufficiente e in grado di percorrere lunghissimi tragitti senza dover dipendere da carburanti, colonnine per la ricarica o simili. «È una sorta di simbolo di autosufficienza, autonomia ed essenzialità, con cui porteremo la Fair TechRevolution in giro per l’Italia, in un itinerario a tappe che ci consentirà di incontrare la gente, cittadini, associazioni, enti locali, gruppi, e spiegare loro il percorso da intraprendere per abbandonare l’attuale sistema che ci ha portati al collasso».

Il team del PeR sta dunque organizzando questa impresa, che vede ora il momento impegnativo della preparazione, con la logistica delle diverse tappe, il sostegno di sponsor e partner e le riprese che poi potranno diventare un documentario a testimonianza del “viaggio green” per il quale Ronca e collaboratori partiranno.

E durante l’itinerario a tappe, durante gli incontri sulla Fair TechRevolution, condivisioni di gruppo, eventi con gli enti locali e nelle scuole, «i cittadini potranno anche conoscere una realtà, quella del nostro Centro di ricerca, sperimentazione e sviluppo, che vanta un impatto positivo su più livelli, dall’autosufficienza energetica all’autoproduzione» spiega ancora Ronca. «Su questo fronte costituiamo un esempio, tanto che arrivano da tutta Italia e da vari paesi europei per visitare la struttura. Il PeR ha completa autosufficienza idrica grazie al recupero dell’acqua piovana, utilizza sistemi di riscaldamento e raffrescamento passivi,conta su spazi idonei alla ricerca e alla progettazione nel campo delle energie rinnovabili e dei sistemi sostenibili, vede laboratori attrezzati per realizzare prototipi e ha camere e dotazioni adeguate per ospitare singoli e gruppi».

Il futuro del PeR? Certamente non una dimensione chiusa in se stessa ma aperta  al mondo e sempre impegnata a sperimentare e applicare la tecnologia che migliora veramente la nostra vita e rispetta la base biologica dell’esistenza: non schiavi, ma protagonisti attivi e registi. Non più, dunque, progresso tecnologico finalizzato ai mercati e alla speculazione economica, bensì una realtà “bioeconomica” che si concentri, per esempio, sulla non produzione dei rifiuti, sul non consumo di energia, sul risparmio di risorse, che non è sacrificio ma un nuovo umanesimo. «Al PeR vogliamo continuare a ispirare nelle persone il desiderio e il piacere di cambiare, ma con una nuova prospettiva, ancora più pratica, etica, sostenibile per tutti e da tutti, anche perché non è la Terra che appartiene all’uomo, ma è l’uomo che appartiene alla Terra».

Al PeR sono anche attivi corsi sull’autoproduzione, l’autocostruzione e l’autosufficienza; inoltre, seminari sule tecniche di rigenerazione corporea e di sviluppo dell’energia psicofisica, nonché visite e soggiorni dedicati alle scuole di ogni ordine e grado che permettono ai ragazzi di approfondire i temi attualissimi della sostenibilità e delle buone pratiche. «Per le scuole, le associazioni e le famiglie, abbiamo anche ideato un percorso specifico di educazione ambientale, che decliniamo diversamente a seconda delle età di bambini o dei ragazzi, e che permette di rilasciare una simbolica “patente di abitante del pianeta”. Le visite e le docenze sono strutturate in modo da rendere consapevoli bambini e ragazzi che ogni azione ha una ricaduta nell’ambiente e che la vita sulla terra è un fantastico equilibrio di innumerevoli forme di vita che collaborano tra loro. L’obiettivo è quello di far comprendere che questo equilibrio non è automatico ma dipende dalla preservazione dell’ambiente, dalla protezione e conservazione della biodiversità, dall’importanza del mondo vegetale nel mantenimento delle condizioni ottimali per la vita sul pianeta».

L’obiettivo, dunque, per “pesare” meno sul pianeta e guadagnarci in salute sta nell’aumentare la nostra autosufficienza e diminuire la necessità di denaro e di risorse. La conclusione è suggerita dal principio del Rasoio di Occam: Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora. Ossia: è inutile fare con più ciò che si può fare con meno.

 

www.per.umbria.it

 

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