di LuigiPolillo*
Toni Ferro (Napoli, 1936 – Catanzaro, 2004), personaggio poliedrico della scena artistica italiana, è stato autore di scritti e promotore di eventi socio-culturali nazionali e internazionali secondo l’ideale libertario. Ha attraversato, da Esploratore Poetico, la complessa mappa dell’Arte, della Cultura, e della Politica del XX secolo. La sua arte rimandava al gesto, al comportamento, alla scrittura. Arte, ideologia ed erotismo, questi erano i suoi punti vitali, un artista eclettico.
Ogni scelta di Ferro si trasformava, successivamente, attraverso il fare artistico, in azione scenica, performativa, con l’obiettivo di annullare le distanze – o azzerarle, secondo quanto egli stesso sosteneva – tra pubblico ed artista. L’essenza dell’uomo e delle cose è conservata nella libertà dell’individuo. Nella ricerca esistenzialista di Ferro entravano in circolo motivi critico-etici; l’essenza, dunque, è oggetto di ragione e consecutivamente di pratica.
Gli anni Cinquanta e Sessanta rappresentarono per l’arte figurativa americana una fase fondamentale per la ricerca e la definizione identitaria culturale, con il successo esplosivo dei movimenti quali Pop Art, Fluxus e Happening, che videro New York come polo principale dell’arte contemporanea, incrementando, così, i vari sviluppi artistici successivi in tutta Europa, i quali a loro volta, influenzarono diversi linguaggi. Negli anni Novanta, avvenne, nel territorio catanzarese, un incontro che divenne subito sodalizio artistico, ossia, quello tra Toni Ferro e Caterina Arcuri. La Arcuri, sin dagli albori di quegli anni, sperimentò, attraverso la sua sensibilità e compostezza, diversi linguaggi inerenti alle arti visive, i quali spaziavano dalla pittura alle opere plastiche, dalla fotografia alla video arte; ma il suo pensiero culminò poeticamente, con tutta la sua bellezza d’animo, nelle performance e installazioni artistiche.
Dall’altra parte, nel panorama dell’arte contemporanea, Ferro inserì, attraverso un linguaggio scenografico-artistico, elementi del reale, i quali condussero ad un’autoriflessione motivata da un’intrinseca creatività e da una poetica vitalistica. Arcuri, attualmente attiva dal punto di vista artistico, si identifica, invece, con un’assoluta purezza estetica; le sue opere spaziano tra un linearismo geometrico, riconducibile sotto alcuni aspetti ad un design contemporaneo, e forme plastiche essenziali e creative (come pietre e teste umane prive di organi sensoriali), generando una contemplazione della forma data da una silenziosa modulazione geometrica, che equilibra l’essere presenti in una società post-moderna sempre più offuscata, rumorosa e in continua trasformazione.
* Classe 1987, una laurea in Storia e Conservazione dei Beni Culturali con indirizzo storico-artistico. Impegnato nella divulgazione dell’arte contemporanea, collabora con diverse istituzioni, fra cui: Accademia belle arti di Ravenna, Complesso Monumentale San Severo al Pendino, Museo di Palazzo Doria Pamphili di Valmontone, MACCS Museo di arte contemporanea di Santa Severina, Museo “Mattia Preti” di Taverna, Palazzo Ducale Città d’arte di Atri, PAN Palazzo delle arti di Napoli. Affina sempre più la sua ricerca sulle Neoavanguardie degli anni ’60 e ’70 sino alle ultime tendenze artistiche.