IL MAR MEDITERRANEO E LE SUE CONCHIGLIE

di Raffaele Petrone – violinista; cultore della malacologia

IL MAR MEDITERRANEO E LE SUE CONCHIGLIE
Il Mediterraneo è un mare circondato da terre emerse, ora aperto dallo stretto di Gibilterra dove entrano acque atlantiche salate e fredde, e dal Canale di Suez con le acque più calde del Mar Rosso; ma non è sempre stato così avendo avuto una vita movimentata nel corso delle ere. Dal punto di vista malacologico (scienza che studia i molluschi) è stato suddiviso in regioni, province, o zone di mare. Mare di Alboràn (nome che deriva dall’Isola omonima) attorno allo stretto di Gibilterra; Mediterraneo Occidentale; Mare Adriatico; Mar Ionio; Mediterraneo Orientale, costituito dall’Egeo fino alle coste della Siria, Libano, Israele; infine il Mar Nero,che consideriamo come un’appendice del mare nostrum pur non appartenendovi geograficamente.
Diversi sono gli ambienti marini dove vivono le conchiglie: nel Mediterraneo sono frequenti le coste rocciose, suddivise in scogliere emerse e scogliere della zona sommersa. Anche l’ambiente sabbioso è suddiviso in due zone: sabbie litoranee e sabbie sommerse. E ancora: zone fangose, il coralligeno, le praterie di posidonia, la zona abissale e infine la zona pelagiche (mare aperto).
Chi le costruisce, cosa sono e come sono fatte le conchiglie. Generalmente la conoscenza delle conchiglie rimane superficiale, molte volte è considerata solo una casetta per animaletti, magari perché trovandone una in mare e osservando l’apertura si nota un piccolo granchietto sporgere fuori! In realtà la conchiglia è parte fondamentale del mollusco, è un organo di sostegno uno scheletro esterno, per l’esattezza un esoscheletro, come per noi è il nostro scheletro (endoscheletro): esso contiene le viscere e tutte le parti molli del mollusco, e fin dallo stadio embrionale si differenziano nella regione dorsale alcune cellule ghiandolari (solo per quelli che ne sono provvisti) che danno origine al primo abbozzo di conchiglia, quindi nasce e cresce insieme ad esso. La conchiglia è formata principalmente da carbonato di calcio (sostanza inorganica) e dalla conchiolina che invece è una sostanza organica. Possiamo dire che la conchiglia è composta da tre strati sovrapposti, il periostraco, l’ostraco e l’ipostraco.
Ricerche e Studi. Si deve allo zoologo e botanico tedesco naturalizzato cileno Rodolfo Amando Philippi (1808-1904), un importante lavoro sulla Malacologia del Mediterraneo e sulla Geologia dell’Italia, che nel 1836 pubblicò un lavoro sui molluschi della Sicilia. Tommaso Allery Di Maria, marchese di Monterosato (1841-1927), sostenuto negli studi naturalistici dalla famiglia, divenne studioso insigne della malacofauna del Mediterraneo. Il primo a concepire il Mediterraneo come un tutto unico e a dedicarvi una monografia fu invece il Weinkauff: la sua collezione è ora conservata, ancora nelle cassettiere originali, presso il Museo Civico di Storia Naturale di Roma e fa parte della Collezione Malacologica del Museo Zoologico. Oggi il Mediterraneo è il mare più studiato da associazioni, biologi di fama internazionale o semplicemente studiosi appassionati che ci rivelano nuove scoperte, nuove forme di vita ieri sconosciute. Si stima che le specie viventi del Mediterraneo siano oltre duemila.
Le classi dei Molluschi
GASTROPODA. È la classe più numerosa e raggruppa quei
molluschi che hanno la conchiglia composta da un solo pezzo conico spesso avvolto ad elica. Il mollusco può essere dotato di tentacoli, occhi, un piede largo e piatto e un mantello. La maggior parte dei gasteropodi è munita di branchie e possiede un canale sifonale. La loro alimentazione varia tra i gruppi, possono essere carnivori, erbivori o onnivori.

BIVALVIA. I bivalvi o Lamellibranchi sono quei molluschi la cui conchiglia è costituita da due parti o valve, destra e sinistra, con una articolazione che fa chiudere o aprire il legamento o cerniera, formata da un insieme più o meno complesso di denti lamine e fossette che si incastrano fra loro. Alcuni bivalvi possiedono ghiandole che secernono una sostanza chiamata “bisso” (la seta del mare) la quale a contatto con l’acqua si solidifica in filamenti che servono al mollusco per aderire saldamente al substrato in cui vive.

MONOPLACOPHORA. Organismi molto primitivi che comparvero almeno 400 milioni di ani fa, creduti estinti, fino a quando, un ritrovamento effettuato durante una spedizione scientifica al largo del Costarica della nave danese Galathea nel 1952 portò alla luce, con un dragaggio a più di 3.000 metri, dieci esemplari viventi di questi molluschi cui venne dato il nome di Neopilina galatheae. La conchiglia è costituita da una sola “placca” a forma di cappuccio con apice rivolto anteriormente.

POLIPLACOPHORA. Questa classe comprende animali con la conchiglia composta da 8 placche o piastre tenute unite da un legamento organico.
Tutto il margine è rivestito da uno strato cuticolare ricoperto da scaglie,
aculei e spine (a secondo della specie) e prende il nome di “perinoto”.
Hanno un piede largo con cui si spostano lentamente ed è facile
osservarli sugli scogli nella zona di marea, o a pochi centimetri sotto
il livello dell’acqua; invece di giorno aderiscono al substrato
come le patelle con cui condividono una dieta vegetariana.

SCAPHOPODA. La conchiglia è a forma di “zanna di elefante” o di “scafo”, da cui il nome Scafopodi, tubolare aperta alle due estremità. La parte posteriore è stretta e quella inferiore più larga per lasciare posto al piede formato da una serie di appendici filamentose che prendono il nome di “captacoli” proprio per la funzione che svolgono, cioè catturare il cibo; ma servono anche per la respirazione visto che non possiedono branchie. La superfice esterna della conchiglia
può essere liscia. Vivono in fossati nel substrato e fuoriesce solo la parte più stretta rivolta verso l’alto.

CEFALOPODA. Chiamati così perché hanno sviluppato un sistema nervoso
racchiuso nel “piede” che si è così modificato in un organo di nuoto a
propulsione con una serie di braccia intorno alla bocca, funzionali tanto
al movimento quanto alla cattura. Spesso sprovvisti di conchiglia,
come i ben noti polpi, o più frequentemente ridotta a forma di osso, il famoso “osso di seppia. Può essere presente come guscio esterno, avvolto a spirale e internamente divisa in camere stagne come il Nautilus e la Spirula spirula.

Le conchiglie nei loro ambienti
“Il sopralitorale” (le scogliere emerse): i Gastreropodi che vivono in questa zona hanno caratteristiche di adattamento particolari, devono poter vivere in pochissima acqua e sopportare sbalzi di temperatura conseguenti all’irradiazione diretta del sole. Le specie tipiche sono le “patelle” e le “littorine”. (Le foto in ambiente marino sono di: Stefano Guerrieri. Le foto delle altre specie sono di: Ennio Squizzato)
Nel Mediterraneo sono presenti sette specie e tre generi di patellidae; una tra le più comuni è la:

Tra le littorinidae, cinque specie, quattro delle quali presenti nelle nostre acque, le due più frequenti sono:

Il “mesolitorale” comprende i livelli massimi e minimi della marea: vi si trovano Patellidae,Trochidae, e Cerithidae.
La famiglia delle Trochidae è ben rappresentata con oltre cinquanta specie e otto generi.
Comuni sulle rocce sono:

La famiglia delle Cerithidae è composta da circa venticinque specie e sei generi, diffuse nel Mediterraneo, alcune endemiche in determinate zone.
Sui nostri scogli possiamo trovare:

In quest’ambiente troviamo anche specie appartenenti alla classe Polyplacophora chiamati comunemente chitoni, trentotto specie abitano nei nostri mari, ma solo pochi si possono facilmente osservare sulle rocce.

L’“infralitorale” è l’ambiente che offre la maggior parte della variabilità dei molluschi. Qui possiamo trovare conchiglie dalle forme e dimensioni più disparate. Prendiamo in esame solo le due classi principali Gastropoda e Bivalvia. La famiglia delle Muricidae presenta una cinquantina di specie con ventuno generi.

Si ringrazia l’associazione www.verderealta.it per le foto e le tavole. Claudio Fanelli e Domenico Ramazzotti, direttore dell’associazione Malachia – www.malachia.com per la rilettura critica del testo.

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