MALDIVE: WELCOME TO PARADISE!

di Caterina Misuraca – giornalista

MALDIVE: WELCOME TO PARADISE!

VIAGGIO IN UN PAESAGGIO MOZZAFIATO CHE BISOGNA PRESERVARE

Welcome to Paradise! È  la frase di benvenuto che accoglie ogni viaggiatore che sbarca alle Maldive. Che sia un paradiso, questa favolosa nazione composta da centinaia di isolette coralline avvolte dall’Oceano Indiano, spiagge bianchissime, fondali marini superlativi con pesci di ogni specie, flora e fauna rigogliose, è un dato di fatto che è già nell’immaginario collettivo di tutti, ancor prima di esserci stati fisicamente. Ma quando ci arrivi realmente, atterrando all’aeroporto internazionale della capitale Malè, pian piano scendendo di quota tra nuvolette che si diradano lasciando spazio ad un accecante mare turchese puntellato dagli atolli, resti stupefatto. Eccolo, quello lì giù è davvero il paradiso!

Le Maldive sono una nazione che si estende su una superficie di circa 50mila chilometri quadrati per lo più costituita dalle acque del mare; sono solo  300 chilometri quadrati, invece, le terre emerse sommando i 1190 isolotti divisi in 26 atolli, 200 isolette abitate dai maldiviani e un centinaio dove sorgono meravigliosi resort turistici. E del resto sul turismo (a Malè atterrano ogni settimana diecimila turisti; oltre il cinquanta per cento costituito da europei, al primo posto italiani) si fonda quasi tutta l’economia del Paese. Gran parte delle entrate statali è costituita infatti da imposte e tasse legate al turismo o a dazi sulle importazioni. Le isole dove sorgono le strutture recettive, vengono date in concessione a società estere, che vi costruiscono il resort e lo gestiscono per un certo numero di anni, stringendo accordi commerciali con le agenzie o gli operatori esteri che inviano i propri clienti. Allo scadere della concessione, l’isola e tutto ciò che vi è stato costruito torna in possesso del governo maldiviano che solitamente rinnova la concessione o l’affida ad un’altra società.

Il nostro viaggio è partito da Milano Malpensa, sei ore e mezza di volo, scalo a Muscat, e secondo volo diretto per Malè, altre 3 ore e mezza di viaggio. Qui, con trasferimento diretto dall’aerostazione in aliscafo verso l’Anantara Dighu Resort, una vera oasi di pace e benessere a 360 gradi. Un mondo così poetico ed in bilico tra acqua, cielo e terra, dove appunto il mare rappresenta l’elemento attrattivo nevralgico, vive però ormai da anni – e a più livelli – gravi rischi ambientali che minano la sua stessa esistenza. Una – meno nota ma vergognosissima – è l’emergenza smaltimento rifiuti venuta a galla nel 2015 con un’inchiesta  di denuncia del Financial Times circa un’allucinante situazione a “Thilafushi, l’isola spazzatura delle Maldive” dove senza alcun criterio vengono bruciati i rifiuti provenienti da tutta la nazione. Pare che il governo si stia dotando di misure urgenti interventistiche, pena il tracollo del turismo che di fatto rappresenta un terzo del Pil nazionale. E ancora tra i rischi della vita stessa delle Maldive il famigerato surriscaldamento del pianeta, che di fatto potrebbe drammaticamente capitolare nell’estinzione delle terre emerse con lo scioglimento dei ghiacciai e l’innalzamento del livello del mare. Nel 1998, le Maldive furono colpite dagli effetti devastanti del Nino, fenomeno climatico ciclico, ma molto imprevedibile, frutto dell’interazione tra atmosfera ed oceano, che a causa del surriscaldamento del pianeta ha visto intensificata la sua forza producendo effetti disastrosi mai registrati fino ad allora. L’acqua all’interno dell’atollo raggiunse temperature di 4-5 gradi superiori alla media, determinando lo sbiancamento dei coralli, e la successiva morte di oltre il 90 per cento del genere Acropora (la famiglia di cui per prevalenza sono fatte le barriere coralline). Da allora ad oggi le barriere coralline maldiviane non si sono riprese completamente e anzi molte risultano ancora completamente spoglie.

Fortunatamente i fondali marini, che rappresentano il paradiso sommerso di questo paradiso terrestre, riescono ancora a regalare opportunità di snorlkeling mozzafiato. Il tempo alle Maldive di fatto lo si trascorre in larga parte “sott’acqua” nuotando con tartarughe centenarie, pesci multicolori. E non occorre essere dei sub provetti infatti poiché a pochi metri dalla riva, con maschera e boccaglio, lo spettacolo della natura sottomarina offre esperienze straordinarie, anche ai bambini. Abbiamo nuotato con i pesci pagliaccio, con i pesci chirurgo (per intenderci, la mitica Dory del celeberrimo film Disney), e ovviamente con i rossi “Nemo”; visti buffissimi e sedentari pesce palla, i pesci Napoleone, piccoli delfini e squaletti, mante, pesci trombetta. Emozioni dopo emozioni ad ogni tuffo ed immersione. Avvolti da un silenzio surreale, di pace, di purezza, di bellezza assoluta e poi riemergere ogni volta tra le acque cristalline, alzare lo sguardo al cielo e veder volatili di ogni specie, godere di tramonti ed albe indimenticabili. Un viaggio che è ristoro assoluto per la mente e per il corpo, ma è anche una tangibile presa di consapevolezza del fragilissimo ecosistema. Perché le Maldive sono la similitudine caustica dei nostri giorni, dove le scottanti tematiche ambientali non hanno più tempo. Siamo oltre il tempo massimo per preservare il nostro mondo, il nostro paradiso… Il tempo delle favole è finito.

 

 

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