L’Armonia nascosta

L’occhio fotografico che ricerca l’infinito nel quotidiano può fornire ulteriori livelli di lettura tra piani, volumi, cromie, tensioni e rispondenze inscritte nei paesaggi dell’essere

Testo e foto di Giorgio Di Maio

Sono un ex architetto. Oggi sono conosciuto come il fotografo dell’Armonia nascosta.  ”La vera natura delle cose ama nascondersi” scrisse Eraclito, e la chiamò, appunto, l’Armonia nascosta. Il continuo mutamento è l’unica verità che ci è dato di conoscere, tutto è in perenne evoluzione. Ma esiste all’interno di questo mutamento qualcosa che resta immutabile? Una legge eterna che regola il flusso? La sola legge matematica che i fisici cercano quale formula finale che regola tutto l’Universo? L’armonia, quel suono che i pitagorici dicevano fosse composto dal movimento dei pianeti nello spazio e che noi non sentiamo solo perché assuefatti?

Agli inizi del 1900 i pittori delle Avanguardie figurative cominciarono ad abbandonare la rappresentazione del circostante per provare ad esprimere un contenuto altro. La grande rivoluzione cominciò con Cézanne. Poi Matisse che rinunciò alla visione prospettica e provò a comporre l’equilibrio attraverso l’uso di oggetti dipinti sulla tela non nei loro colori reali, ma a tinte forti. La pittura si evolve verso l’astrattismo. Mondrian si propose di rappresentare l’Armonia con l’uso dei colori primari e delle linee ortogonali: le uniche che, secondo lui, potevano figurare la dualità degli opposti, motore del mutamento così come per Eraclito. Meno rigorosamente geometrici furono Kandinskji e Klee. L’obiettivo era contribuire al progresso spirituale dell’uomo. L’arte è strumento di conoscenza. Si indaga l’eterno con le linee, i colori, le forme.

Tra il 1857 e il 1868 Charles Baudelaire aveva già composto il libro di poesie Les Fleurs du Mal. Al suo interno c’è la poesia “Correspondances” che viene considerata come il manifesto della poetica contemporanea. Al poeta fu assegnato un ruolo di penetrazione dell’universo, quasi mistico. Compito del poeta è quello di essere un traduttore, un decifratore, colui che al di là delle apparenze riesce a cogliere l’essenza. Le parole delle sue poesie non vennero scelte soltanto per la loro capacità descrittiva ma anche per il suono, la loro musicalità. Baudelaire si sforzò di costruire poemi musicalmente corretti perché attribuì alla musica un potere maggiore della parola per spingerci verso il non definibile, attribuendo ai suoni delle parole la capacità di provocare una risonanza psicologica. Nel suo scritto sull’arte romantica Baudelaire annunciò i pittori astratti: «Sarebbe veramente strano che il suono non potesse sopperire il colore e che i colori non potessero dare l’idea di una melodia e che suono e colore fossero inefficaci a significare o a esprimere delle idee; le cose si sono sempre espresse mediante un’analogia reciproca dal giorno in cui Dio ha creato il mondo come una complessa e indivisibile totalità».

La fotografia dell’Armonia nascosta o Post-Astrattismo presenta la trasmigrazione delle radici mistiche e filosofiche dell’arte astratta alla fotografia. Il dato reale non viene osservato nel suo fenomeno ma negli elementi semantici che lo costituiscono, mirando alla estrapolazione di frammenti equilibrati che restano racchiusi sul piano bidimensionale della foto. Il contenuto spirituale pertanto non viene più rappresentato

dal pittore sulla tela, ma ricavato dal circostante attraverso la lettura degli stessi elementi linguistici: punti, linee, geometrie, forme colori. Per il principio di Equivalenza, l’osservatore delle foto dell’Armonia nascosta avvertirà una risonanza psicologica di quiete, di pace, che ne risveglierà la coscienza della presenza in sé. Tutto proviene da un’Unità originaria. L’arte è strumento di conoscenza che riconduce l’individuo a sentirsi parte organica di un Tutto. L’armonia è l’integrazione delle differenze in un quadro unitario.

Nell’epoca contemporanea la fotografia è il più potente mezzo di comunicazione: la diffusione di una foto in tutto il mondo può essere istantanea e non necessita di traduzioni. La fotografia dell’Armonia nascosta scrive messaggi di pace in un linguaggio figurativo universale, astraendone il contenuto dal dato reale. La ricerca è rivolta al raggiungimento della verità, nella consapevolezza dell’insondabilità del mistero e con la fede che l’uomo sia in cammino verso un progresso che necessita di essere spirituale prima ancora che materiale. L’arte può e deve aiutarci, rivelando quella presenzialità di essere eterno che secondo Jaspers «può darsi che scongiurerà il suicidio dell’umanità» perché «in questa presenzialità si raccoglie la speranza anche nel fallimento della ragione e dell’esistenza».

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER PER RICEVERE GLI ULTIMI ARTICOLI SU ARTE, CULTURA, PAESAGGI, VIAGGI E TURISMO OLTRE AD ALCUNE CHICCHE ESCLUSIVE!

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Intesa vincente. A Lecce la frisella incontra il design con Frisella Point Valorizzare il cibo della tradizione attraverso l’unione delle eccellenze del territorio e del linguaggio contemporaneo dell’estetica a tavola.

A pochi passi dalla Basilica di Santa Croce e da Porta Napoli, la frisella, regina della convivialità delle tavole estive salentine, ha trovato il proprio regno. Frisella Point è un intimo spazio interno, con dehors su piazzetta Santissima Addolorata 14, che si propone al pubblico come “ristorazione culturale”, per valorizzare un prodotto semplice della tradizione […]

Continua a leggere
porsenna

Il labirinto di Porsenna

*di Bianca Sestini* Oltre al suo magnifico lago, gli Etruschi sono il motivo principale della fama di Chiusi dentro e fuori dalla Toscana. Stando a fonti latine, sarebbe stato uno dei primi insediamenti di questa antica civiltà. Per alcuni la città fu fondata da Telemaco, il figlio di Ulisse, per altri dall’eroe Cluso. Da allora, […]

Continua a leggere
brion

L’inno all’amore della Tomba Brion

*di Carlo Piano* La Tomba Brion è la storia di un amore scritta con acqua, aria e cemento armato. Quando Onorina Tomasin chiese a Carlo Scarpa di creare il mausoleo per ricordare il marito Giuseppe Brion, improvvisamente scomparso, lui accettò a una condizione: doveva avere la parola della vedova che non si sarebbe mai risposata. […]

Continua a leggere