di Cristina Mocanu – sommelier Ais Lazio
L’azienda vitivinicola “Policreste” si trova in Calabria, a Lamezia Terme, zona particolarmente vocata alla coltivazione della vite in virtù del suo territorio e del suo clima. Per i suoi due ideatori, Luigi Policreste e Caterina Corapi, è importante produrre vini che siano evocativi e narrativi, che abbiano la capacità di lasciare un amabile ricordo di sé in chi li gusta, e che abbiano la struttura necessaria per raccontare la propria esclusiva storia fin dal primo sorso; per realizzare ciò lavorano, studiano, ricercano e sperimentano continuamente.
Descrivono il risultato del loro lavoro come “un’opera in cui il volo dell’anima non si stacca dalla presenza della ragione”.
“Il vino è, per me, storia, cultura e grande passione” -sostiene Luigi- “è la manifestazione del lavoro dell’uomo in sinergia con la natura e con i riti e le sapienze del passato, nei vini vorrei che fossero sempre presenti audacia e conoscenza o per dirla come Caterina, grandissima amante di Jane Austen, ragione e sentimento”.
Il loro viaggio inizia cinque anni fa quando, dopo aver conosciuto tanti luoghi e persone, osservato e assaggiato, decidono di intraprendere questa coinvolgente esperienza.
Ripristinano prima un vigneto di proprietà a Brindisi, città natale di Luigi e contemporaneamente ne acquisiscono in altri a Lamezia Terme.
Inizia così un ovvio periodo di grandi sacrifici fatto di lavoro senza sosta; ma già dopo la prima vendemmia, assaggiando il frutto della loro immaginazione, la voglia di andare avanti diventa sempre più forte e li spinge a privilegiare, oltre ai tipici vitigni delle due città, il Primitivo, la Malvasia e il Magliocco, anche lo Zibibbo, vitigno che stava quasi scomparendo, con un successo davvero oltre ogni aspettativa.
Nei vigneti, costantemente sotto la sua supervisione, Luigi preserva al massimo il terreno, rispetta il ciclo naturale della vite eliminando ogni prodotto chimico e vendemmiando solo a piena maturazione.
Un punto cardine della loro produzione è che tutti i vini vengono vinificati in cisterne di cemento, sia durante la fase della fermentazione che dello stoccaggio.
Solo su particolari bottiglie si fa un breve affinamento in barrique.
La scelta del cemento è dettata da molteplici fattori che si rifanno al loro orientamento originale che privilegia le abitudini del passato.
Infatti, questo materiale, a differenza del legno e dell’acciaio, non subisce l’influenza di campi elettromagnetici; inoltre permette di evitare gli sbalzi termici e di mantenere un ambiente a bassa ossidazione, lasciando che il vino compia la propria naturale evoluzione. Il risultato è un vino meno “stressato”, privo di sentori che non siano i propri e perfettamente maturo e fresco.
II prodotto di punta dei Policreste è il “Cate”, zibibbo di grande pregio, dal profumo inebriante che evoca paesaggi e colori mediterranei.
Tra i nuovi progetti c’è l’idea di dedicarsi al biodinamico, e di riprendere un tipo particolare di antico vitigno di cui, al momento, si hanno solo tracce storiche.
Ma questa è un’altra storia.