Cecilia Alemani, una parabola ascendente

apollonia nanni

*di Apollonia Nanni*

IL LATTE DEI SOGNI è il titolo della 59. Esposizione Internazionale d’Arte che avrà luogo nella città lagunare dal 23 Aprile al 27 Novembre 2022. Cecilia Alemani, direttrice artistica italiana residente a New York City. La prima donna italiana a dirigere l’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Nel 2017 Cecilia aveva curato il Padiglione Italia, che dal 2006 si trova alla fine dell’Arsenale a fianco delle Gaggiandre, e partecipa all’Esposizione Internazionale d’Arte insieme agli altri Paesi. È gestito dal Ministero della Cultura che autonomamente ogni anno nomina un curatore. Curatore del Padiglione Italia alla Biennale 2022 è Eugenio Viola, che ha scelto l’artista Gian Maria Tosatti come unico rappresentante per l’Italia.

“Il latte dei sogni aspira a essere una mostra ottimista, che celebra l’arte e la sua capacità di creare cosmologie alternative e nuove condizioni di esistenza” Cecilia Alemani.

cecilia alemani

Aspiriamo a nuove modalità di abitare il mondo? Auspichiamo una umanità lontano dall’effimero e dal virtuale? Il filosofo Bauman, sostiene che l’incertezza tipica della società moderna sia consequenziale della trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. Ogni cosa si trasforma in merce. La mostra prende il nome da un libro dell’artista surrealista Leonora Carrington, che negli anni Cinquanta in Messico immagina e illustra favole misteriose dapprima direttamente sui muri della sua casa, per poi raccoglierle in un libricino chiamato appunto “ Il latte dei sogni”. Nei suoi racconti la vita è perennemente reinventata attraverso il prisma della immaginazione, e nel quale è concesso cambiare, trasformarsi, in un continuo divenire. Metamorfosi? Elasticità? Mobilità? Stiamo assistendo a mutamenti repentini della nostra esistenza, c’è una sorta di automatismo imperante del qui ed ora. Nuovo teorema esistenziale?

cecilia alemani

Cecilia Alemani, la donna dei primati, giovane, sorriso disarmante, aperta al mondo, al dialogo, alla conversazione, è: “Così com’è”, attenta ai mutamenti, la conferma che essere brillanti perspicaci e tenaci paga! Nel 2017 Alemani viene classificata al 78esimo posto come New Entry nella classifica dei Power 100, le personalità più influenti nel mondo dell’arte.

QUANDO TUTTO ACCADE.

La sua carriera è decollata a New York. Nel 2011 lei ottiene la carica di direttrice artistica dell’High Line Art di New York, uno dei luoghi più ambiti e frequentati dove incontrare e fruire l’Arte Contemporanea. Il “Sogno Americano” che si esaudisce?

Sì, il sogno di poter portare l’arte contemporanea a un pubblico vastissimo, e anche quello di poter contribuire a un progetto urbano innovativo, che coniuga spazio pubblico, architettura, paesaggio e arte nel cuore di Manhattan. Non potevo chiedere di più!

A suo avviso, l’interesse degli americani per l’arte contemporanea è più sentito rispetto agli italiani? C’è una differenza sostanziale? L’America ha uno sguardo più innovativo?

Penso sia difficile generalizzare con gli “americani”. A NY di sicuro c’è una grandissima sensibilità e apertura all’arte contemporanea che puoi incontrare con insistenza in strade, parchi e piazze, senza dover neanche pagare il biglietto. Ma questa cosa non succede ovunque in America… Ma mi pare di poter dire che ci sia una grande apertura alla cultura contemporanea in generale in America, tra arte, cinema, musica e danza. 

Dalla prima “Lettera all’immortalità” di Gino De Dominicis ai farisei. Sono trascorsi molti anni  dal testamento spirituale del grande Artista, altra generazione altri mondi e modi di fare e di guardare all’arte, rimane comunque un testo straordinariamente atemporale, mi piacerebbe che lei lo traghettasse virtualmente in una delle sale espositive della Biennale per il suo essere attuale in una sorta di proiezione visiva. “Non esiste nulla perché non siamo immortali: l’opera ci sopravvivrà, la sola ad esistere”, immagino un coro di voci composto da tanti bambini di ogni nazionalità elevare un canto: L’arte ci unirà e ci salverà nel versare il “Latte dei Sogni”. De DOMINICIS ancora una volta presente e immortale. Cosa ne pensa?

Le rispondo con una citazione di Carrington dal suo bellissimo romanzo Il cornetto acustico:

“Potresti non credere nella magia, ma in questo preciso momento sta accadendo qualcosa di molto strano. La tua testa si è dissolta nel nulla e posso vedere i rododendri attraverso il tuo stomaco. Non è che sei morto o qualcosa di drammatico di questo genere, è semplicemente che stai svanendo e non riesco nemmeno a ricordare il tuo nome

Come ricorderemo questa Biennale? Sarà la più umanizzata, dove prevarrà il sentimento, la poesia il dramma, il sogno? A cosa aspira “Il latte dei sogni”? Arte naturale o arte artificiale? 

Sarà ricordata come una mostra transtorica, che costruisce rime e richiami tra opere d’arte di età diverse, portando lo spettatore in dimensioni temporali ibride e perché no anche un po’ oniriche. Sarà una mostra in cui i copri si trasformano, diventano macchina, robot, cyborg, ma anche terra, sabbia, e luce. E infine sarà una mostra dove la poesia si intreccia alla realtà, e dove non ci sono i dualismi tra uomo e natura, tra corpo e mente, tra femminile e maschile, ma si celebrerà una dimensione ibrida e cangiante.

E’ inevitabile porle una domanda su una dichiarazione di Massimiliano Gioni, suo marito , curatore italiano, critico d’arte contemporaneo,egli espresse quanto segue: “Io non guardo al curriculum di un artista, ma all’opera”. Lei è dello stesso parere?

Certo, non contraddico mai mio marito.

cecilia alemani

Cecilia Alemani e suo marito Massimiliano Gioni sono stati definiti “la coppia più influente del mondo dell’arte”. Gioni Direttore della Biennale Arte nel 2013 è attualmente a capo della Fondazione Trussardi a Milano. La coppia vive tra New York e l’appartamento di famiglia in Corso Buenos Aires a Milano, sorprendentemente spoglio: “Guardiamo arte tutto il giorno per mestiere. Per rilassarsi qualcuno medita, altri fanno yoga. A noi piace guardare le pareti bianche” confida Cecilia.

In principio era il verbo: “versare”! Verseremo fiumi di colore? Inonderemo le strade le periferie di Arte? ameremo l’arte per ogni giorno della nostra vita? La rispetteremo la difenderemo e la divulgheremo in un patto di fede e d’amore!

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